“No, non dite di essere scoraggiati, di non volerne più sapere. Pensate che tutto è successo perché non ne avete più voluto sapere.” (Giacomo Ulivi, partigiano assassinato nella Piazza Grande di Modena il 10 novembre 1944)
Dall'album "Dialogo tra un impegnato e un non so", Giorgio Gaber lancia una grossa provocazione verso l'ideologia, intesa come quella retorica vuota e ripetitiva che aggiusta la facciata ma si rivela profondamente ipocrita e falsa, cioè non corrispondente a ciò per cui davvero siamo fatti, come un inganno, una mera e astratta immaginazione che sarebbe rivoluzionaria solo se si potesse mangiare, cioè adattare ad essa la realta che, però, si presenta diversa e ci interroga ancora di più sul significato delle cose. Giorgio Gaber non risparmia nulla: dall'anti-razzismo al femminismo, dalla psicologia all'infedeltà di coppia, dalla maschera della cultura alla manifestazione delle proteste, E' uno dei brani più significativi che il signor G abbia prodotto.
De André dichiarò di averla scritta al ritorno dal funerale di Luigi Tenco amico cantautore di De André morto suicida nel gennaio 1967.
Tratta appunto il tema del suicidio ma anche della pietà poiché la Chiesa non solo condanna il suicidio ma ripudia, illecitamente, il suicida. "Lascia che sia fiorito, Signore, il suo sentiero(...)perché non c'è l'Inferno nel mondo del buon Dio(...)l'Inferno esiste solo per chi ne ha paura!"